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Il discorso che vorremmo ascoltare da ogni politico. Il Presidente dell'Uruguay Josè "Pepe" Mujica tocca i cuori con la sua semplice, inoppugnabile, coraggiosa verità. E' l'uomo che governa il mercato o il mercato che governa l'uomo? Un discorso che passerà alla storia. _Pepe Mujica, noto come "il presidente più povero del mondo", ha attualmente 77 anni, vive nella sua casa modesta, devolve il 90% del suo stipendio in beneficenza. E' stato in carcere 14 anni come oppositore del regime.

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Ha da poco fatto capolino sul mercato un nuovo ingegnoso sistema che, qualora impiantato nelle case, permetterebbe un notevole risparmio alle famiglie e non solo. – See more at:
Pippy_Energy_for_all
Finalmente arriva un metodo per dimezzare consumi energetici ed emissioni. Fa infatti il suo ingresso sul mercato il fotovoltaico da balcone Pippy Energy for all, che grazie alle sue ristrette dimensioni ed agilità (il sistema è dotato di ruote di trasporto) permette a chi impossibilitato, vuoi per motivi economici o per carenza di spazio, di installare sul proprio balcone un mini impianto dotato di sistema in grado di ricavare energia solare che permette di risparmiare, abbattendo i costi del 50% i costi di energia elettrica nonché riduce notevolmente le emissioni di Co2. Facilissimo da installare, il sistema non richiede nessun tipo di autorizzazione o qualsiasi tipo di allaccio alla rete elettrica ed è così in grado di provvedere al fabbisogno giornaliero di qualsiasi famiglia. La capacità energetica dei pannelli fotovoltaici può variare, a seconda delle esigenze, da una potenza di 1200 W/H fino ad arrivare a 2400 W/H. Inoltre è stato ideato per essere utilizzato anche per locali pubblici, baite e bungalow.
http://www.signoraggio.it/dimezzare-emissioni-e-consumi-domestici-ora-si-puo-arriva-pippy-energy-for-all/

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Un paesino tedesco si è reso indipendente dal resto della Germania, almeno per quanto riguarda l’energia. Parliamo di Feldheim, appena 150 anime, circa 90 km a sud di Berlino.
A rendere possibile ciò, il vasto campo di 47 mulini a vento che domina questo piccolo villaggio, situato in un ambiente tranquillo e pastorale. Il capo dei pompieri locali, Thomas Glück, ha affermato che dopo Fukushima la città è stata inondata da giapponesi che cercano di studiare il loro metodo.
Ma oltre ai mulini, ci sono i pannelli solari lungo il bordo della città. I residenti hanno dato un contributo di 3000 euro per costruire la loro rete elettrica nel 2010, dando loro il controllo completo sui prezzi elettrici, i quali sono il 30% in menorispetto alla media nazionale, con prezzi fissati mediante riunioni.
L’utilizzo dell’energia prodotta viene gestita dai residenti stessi che devono bilanciarla e si applicano sanzioni in caso di sovra-sfruttamento.
Esistono altresì cabine per la ricarica delle auto elettriche. Per quanto concerne il riscaldamento delle caseinvece, viene utilizzato un impianto di biogas che brucia gas utilizzando gli scarti agricoli. E’ previsto un impianto biogas in ogni edificio della città.
Questa indipendenza economica ha anche portato posti di lavoro e benefici economici a Feldheim, dopo il crollo dei prezzi del grano che ha messo in ginocchio la comunità agricola locale. Peraltro, i residenti non sono stati neppure disturbati dagli odori provenienti dalla fabbrica di produzione di biogas.
Certamente, va sottolineato come questo splendido modello non possa funzionare in tutto il mondo, poiché il suo segreto è la disponibilità di rifiuti agricoli, ampie distese di terra, e, last but not least, l’estrema motivazione dei cittadini. Comunque, resta una grande speranza per un futuro migliore e in fondo possibile.
Tuttogreen.it

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pannelli solari ambulanza
In Inghilterra, sulle ambulanze le attrezzature d'emergenza saranno alimentate dal sole grazie ai pannelli installati sul tetto dei veicoli. La novità è stata annunciata di recente dalla South Central Ambulance Service NHS Foundation Trust. In realtà, il progetto era partito in via sperimentale all'inizio del 2012 ma oggi tutti i nuovi RRV, Rapid Response Vehicles, i veicoli di emergenza sono stati dotati di pannelli solari.
In questo modo, si riduce il consumo di carburante e di emissioni inquinanti e i relativi costi, ma anche quelli per la frequente sostituzione delle batterie. Senza contare il tempo risparmiato visto che i veicoli possono ricaricare le loro batterie ovunque si trovano. Finora sono 35 le ambulanze dotate di pannelli solari.

Solitamente le ambulanze lasciano i loro motori sempre accesi, seppure al minimo o in stand-by tra le varie chiamate di emergenza, affinché le apparecchiature rimangano cariche. Ma l'introduzione dei pannelli permette di non lasciare acceso il motore dell'ambulanza. I veicoli infatti sono sempre in grado di rispondere alle emergenze perché le batterie (e i dispositivi che esse alimentano) saranno sempre cariche grazie al sole che “bacia” costantemente sui pannelli. Defibrillatori, navigatori satellitari e dispositivi di comunicazione, solitamente alimentati dall'energia prodotta attraverso il carburante, potranno così funzionare con l'energia pulita del sole.
La flotta della NHS Foundation Trust potrà dunque essere completamente mobile e autonoma in ogni momento e fornire tutti i servizi dell'assistenza sanitaria mobile anche nei casi più gravi, nelle quattro contee di riferimento dell'Inghilterra: Berkshire, Buckinghamshire, Hampshire e Oxfordshire.
pannelli solari ambulanze
Tutto merito del sole se saranno a disposizione più veicoli in grado di rispondere alle esigenze mediche. Ma i vantaggi sono anche economici. La NHS Foundation Trust ha calcolato che con l'utilizzo delle ambulanze dotate di pannelli solari potrà ottenere un risparmio di 30 milioni di sterline in 5 anni, pari al 4% del bilancio annuale.
E in Italia?

Francesca Mancuso
Fonte:  http://greenme.it/muoversi/auto/10408-ambulanze-pannelli-solari

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 20 Dicembre 2012

Canapa
L’Italia era fino agli anni Sessanta fra i primi produttori al mondo di canapa, con la Romagna ed il lucchese che basavano gran parte della loro economia proprio sulla sua coltivazione e lavorazione.
C’è chi ha deciso di usare la canapa per uscire dalla crisi. E non nel senso di stordirsi a suon di spinelli fino a dimenticarla del tutto, la crisi. Si parla piuttosto di usare la canapa, uno dei prodotti un tempo più diffusi nelle campagne del centro Italia, come materia prima per la produzione di materiali edili, di fibre e tessuti. A lanciare la proposta innovativa è il comune toscano di Capannori, in provincia di Lucca.

Già, ancora lui. Dopo essere stato il primo comune italiano ad aver adottato la strategia Rifiuti Zero elaborata da Paul Connett ed essere tornato recentemente alla ribalta con due nuovi progetti sostenibili - l’uno che incentiva lo sviluppo rurale, l’altro il co-housing – adesso il comune virtuoso ha deciso di fare un ulteriore passo verso la sostenibilità ambientale rilanciando la coltivazione della canapa sul proprio territorio.
La canapa infatti, prima dell’avvento del proibizionismo, era diffusa in tutto il mondo come principale materia prima da cui si ricavava la carta. Ma con le sue fibre si può ottenere un’enorme varietà di prodotti, dai mattoni, alle corde, ai tessuti, a prodotti sostitutivi della plastica. Essa inoltre cresce senza un bisogno eccessivo d’acqua, non necessita di pesticidi e apporta benefici al terreno se usata nelle rotazioni, il che la rende particolarmente sostenibile. L’Italia era fino agli anni Sessanta fra i primi produttori al mondo di canapa, con la Romagna ed il lucchese che basavano gran parte della loro economia proprio sulla sua coltivazione e lavorazione.

“Dunque perché rinunciare ad una risorsa tanto importante, che potrebbe fornire posti di lavoro e per di più cresce naturalmente nelle campagne circostanti?”, si saranno detti a Capannori. Così la decisione è stata presa, facilitata anche dall’avvio in contemporanea di un progetto portato avanti dall’azienda toscana Canapalithos che ha ottenuto il brevetto per produrre manufatti dalla canapa.

In collaborazione con le sezioni lucchesi della Coldiretti e della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), il comune ha organizzato un seminario dal titolo “La canapa: prospettive per un’agricoltura che guarda alla sostenibilità e alle tradizioni del territorio”, che si svolgerà venerdì 21 dicembre alle 17.30 nella sala consiliare in piazza Aldo Moro a Capannori. Vi prenderanno parte, oltre ai rappresentanti delle associazioni di categoria, gli assessori all’ambiente, Alessio Ciacci, e alle attività produttive, Maurizio Vellutini e Fabrizio Sassetti di Canapalithos – Gruppo Fibranova.

“Per uscire dalla crisi servono anche soluzioni innovative” hanno affermato l’assessore all’ambiente, Alessio Ciacci, e alle attività produttive, Maurizio Vellutini. Quella di rilanciare la canapa ha tutta l’aria di esserlo. “L’amministrazione comunale, da sempre attenta alle buone pratiche e a promuovere lo sviluppo con un occhio di riguardo alla salvaguardia del territorio e delle sue tradizioni, punta adesso a rilanciare la produzione di canapa a Capannori per creare una filiera agricola sostenibile e virtuosa che unisca aspetti altamente ecologici a quelli di un’ampia duttilità di impieghi. È per questo che ci auguriamo che imprenditori e agricoltori locali, ma anche cittadini, partecipino attivamente a questo seminario, che vuole essere il punto iniziale di un percorso per il quale vogliamo confrontarci – e informare – la comunità”.

“Ci sono quindi tutti i presupposti – hanno concluso i due assessori – affinché questo vegetale possa tornare nei campi di Capannori, contribuendo a rilanciare il settore agricolo, che sta attraversando un particolare momento di crisi, unendosi ai tanti progetti portati avanti dall’amministrazione Del Ghingaro perridurre le emissioni nocive nell’aria e migliorare la qualità di vita dei cittadini”. Con una giunta così gli abitanti di Capannori hanno motivo di essere allegri. E la canapa non c’entra.
A.D.

Il Movimento 5 Stelle di Ivrea
Invita i cittadini e le organizzazioni locali ad un dibattito sulle prospettive di sviluppo del territorio con la riscoperta di una coltura storica Canavesana.
Conferenza Informativa libera a tutti sulle
Opportunità offerte dalla
filiera della canapa
Venerdì 5 Aprile 2013, ore 20:30
Quartiere Bellavista, Piazza 1 Maggio, Ivrea (TO)
Interverrà Felice Giraudo, presidente AssoCanapa Italia
Si parlerà di tecniche di coltivazione, raccolta e trattamento. Valutazione costi economici. Confronto con altre colture e analisi dei principali settori di impiego: edile, tessile, medico, cosmetico, alimentare, energetico. ecc.
Una grande opportunità per Ivrea e il Canavese.
Allego alcuni link informativi sull’argomento Canapa & C.
“La vera storia della Canapa (e di sua sorella “maria” la ribelle)
http://www.youtube.com/watch?v=mEqOaOdH7YQ
“Fare soldi con la canapa – EfferveScienza Nr. 41 – Aprile 2012″
http://www.labiolca.it/effervescienza
http://www.labiolca.it/images/stories/docs/effe41.pdf
“Come coltivare la canapa con i finanziamenti del ministero per l’Agricoltura”
http://www.ecoblog.it/post/47417/come-coltivare-la-canapa-con-i-finanziamenti-del-ministero-per-lagricoltura

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Da: http://dorsogna.blogspot.com/2013/03/lancaster-ca-obbligo-di-pannelli-solari.html

We have tremendous capability if we just have the courage to do it.
Ieri giovedi 28 Marzo, la citta’ e’ diventata la prima di tutta l’America ad *obbligare* i costruttori di case a generare energia dal sole.
No incentivi, no sconti.
E’ un obbligo, una legge.
Lancaster e’ a qualche decina di miglia a nord di Los Angeles, e’ una comunita’ dormitorio nel deserto. A lungo Mr. Parris ha manifestato il suo desiderio di renderla la “capitale del solare del mondo”.
Tutte le nuove case, a partire dal 1 Gennaio 2014 dovranno generare un certo numero di kilowattore per legge. La formula sara’ flessibile e variera’ a seconda del tipo di zonizzazione urbana o rurale ma in media, ogni abitazione dovra’ installare un sistema capace di generare circa 1.5 KWatt. Ovviamente i costruttori non sono felici perche’ aumentano i costi, ma il sindaco va avanti.
Il voto infatti e’ stato all’unanimita’.
Aggiunge che fa tutto questo non solo perche’ vuole fare di Lancaster la capiale del sole ma perche’ i cambiamenti climatici aumentano e occorre fare qualcosa. Dice:
“The one thing we have to recognize is just how desperate this situation is with global warming,” and at the same time recognize that we can actually fix it. We have tremendous capability if we just have the courage to do it. You’d have to be a moron to discount global warming. I don’t know anybody that doesn’t recognize it’s occurring.”
A Lancaster tutti i segnali stradali ed i semafori sono da solare, sono stati aperti tre diversi villaggi residenziali a prezzi medio-bassi che producono piu energia di quel che usano, hanno creato programmi di incentivi e di standardizzazione. Ad oggi vanno a solare tutto il distretto scolastico di Lancaster (19 campus), la chiesa Battista, lo stadio di baseball, il municipio, il centro di Performing Arts.
Lancaster e’ la prima citta’ USA il cui stadio di baseball e’ interamente solare.
Mr. Parris ha iniziato nel 2010 con questo suo pallino del verde e non ha fatto chiacchere – e’ andato a vedere come fanno le cose in Cina e pure negli Emirati Arabi, per imparare e per cercare di trasportare il tutto su una scala che possa andare bene per Lancaster, popolazione 150,000.
Cosi, semplice e facile, senza troppi se e ma e ripensamenti, ed in tre anni e’ arrivato alla sua legge di obbligo del solare.
Intanto da un rapporto del Fondo Monetario Internazionale viene fuori che nel 2011 in tutto il mondo ci sono stati sussidi di $1.9 trillioni di dollari per l’industria del petrolio cosi’ distribuiti:
$480 milardi di dollari in sussidi diretti per l’uso di fonti fossili
$1400 miliardi di dollari in costi indiretti sottoforma di danni all’ambiente e inquinamento.
Il Fondo Monetario Internazionale – e non la commune dei Verdi di San Fransisco – dice che i governi dovrebbero tassare le fonti fossili in modo appropriato per tenere conto dei costi indiretti – loro li stimano di circa $25 alla tonnellata di anidride carbonica.

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klm-biocarburanti.jpgDall'8 marzo il Boeing 777-200 dell'olandese Klm, alimentato per il 75% da combustibile per aviazione e per il restante 25% da olio da cucina usato, collega l’aeroporto JFK di New York con quello di Schipol ad Amsterdam e viceversa.Si tratta del primo volo di linea intercontinentale regolare di una compagnia di bandiera alimentato con biocarburante.
I voli con biocarburante di seconda generazione, cioè non ricavato da una coltura alimentare) sono in programma una volta alla settimana, il giovedì, per i prossimi sei mesi.
Grazie all'utilizzo del biocarburante la Klm intende ridurre del 20% le emissioni di CO2 per tonnellata di carburante per chilometro entro il 2020 rispetto al 2009.

Il carburante sostenibile è ottenuto dall’olio di cucina riciclato ed è fornito da SkyNRG, una società fondata nel 2009 da Air France Klm Group in collaborazione con North Sea Group e Spring Associates. SkyNRG è leader mondiale del mercato di carburanti sostenibili, rifornendo già più di quindici compagnie aeree.

Nel giugno 2011 Klm aveva annunciato l’intenzione di usare biocarburante derivato dall’olio da cucina per i voli Parigi-Amsterdam e lo scorso anno la compagnia olandese aveva effettuato il volo più lungo mai realizzato con biocarburante, lungo la tratta Amsterdam-Rio de Janeiro in occasione della conferenza Rio+20. Ma si trattava di un'occasione particolare, non di un volo regolare. E nemmeno di una linea cargo, come quella operata dalla Nippon Cargo Airlineattraverso il Pacifico.
Coscienti che questa soluzione non sia quella definitiva – soprattutto a causa della disponibilità limitata dell'olio di cucina usato – tuttavia SkyNRG è convinta che rappresenti il primo passo verso alternative future e innovazione.
L'azienda mira a infatti a contribuire al passaggio a materie prime sostenibili e a sviluppare nuove tecnologie (come la conversione biochimica e la pirolisi) che riducano i costi e le emissioni di CO2. Orgoglioso Camiel Eurlings, amministratore delegato di Klm:
"Questo traguardo dimostra ancora una volta il nostro ruolo di primo piano nello sviluppo di biocarburanti sostenibili. Dopo essere stati leader per otto anni in questo settore, Klm e Air France stanno ora studiando per individuare ulteriori modalità di riduzione di emissioni di anidride carbonica. Vorremmo ottenere il ‘volo ideale’ e per farlo stiamo unendo tecnologie nuove ad alcune già esistente".
Il giorno prima del volo inaugurale SkyNRG ha annunciato anche di essere il primo operatore di biocarburante ad aver ricevuto la certificazione Roundtable on Sustainable Biofuels, dal momento che è l’unico in grado di fornire certificati di combustibile rinnovabile in qualsiasi aeroporto.
L’uso dei biocarburanti a base di olio di cucina rappresenta solo una delle misure sostenibili adottate dall’aeroporto di Amsterdam, che si sta preparando per essere il più verde d’Europa nei prossimi anni. [Carolina Saporiti su corriere.it].

Fonte: 
http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2013/03/29/ecco-il-primo-volo-intercontinentale-di-linea-alimentato-con.html 

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Di Alessia - tuttogreen.it
Parlare di parco eolico non è di certo una novità, perché fortunatamente questa realtà trova spesso grande impiego in tanti Paesi. Ma questa è davvero un’importante notizia: stiamo parlando del primo parco eolico sottomarino. Costruito nelle fredde acque della Scozia, precisamente al largo delle Isole Orcadi, nel nord-est, sfrutta il movimento delle maree che qui è davvero consistente.
La Scozia da tempo si sta muovendo nel settore con grandi investimenti volti a sfruttare la potenza dei moti marini (vedi l’articolo Energia dal mare: un nuovo progetto in Scozia) e a quanto pare questi esperimenti fanno ben sperare.

Nel dicembre del 2011 è stata installata sott’acqua una turbina alta 30 metri e sono stati fatti una serie di test per verificare la capacità di quest’ultima di generare elettricità. I lavori sono supervisionati dalla Scottish Power Renewables (SPR) la quale ha dichiarato che finora la turbina funziona bene, nonostante le stesse operazioni di installazione siano risultate particolarmente difficoltose a causa del mare agitato.

La turbina (modello HS1000) è stata sviluppata da Andritz Hydro Hammerfest ed è in grado di “sfamare” i bisogni energetici di 500 abitazioni avendo una potenza di 1 Megawatt. Al momento si è riusciti a portare corrente nelle abitazioni e negli edifici dell’Isola di Eday e questo incoraggia sulla possibilità di diffondere il progetto su larga scala, considerando che le prestazioni del dispositivo hanno raggiunto gli standard attesi.
In questa prima fase sono sotto verifica la resistenza e l’affidabilità della turbina e si prevede che i lavori termineranno fra il 2013 e il 2015. Il traguardo sarà raggiunto realizzando una vasta rete di turbine dalla potenza complessiva di 10 MW, come risultato di un accordo con il governo scozzese nel marzo del 2011 che dava in concessione il fondale marino per ricavare energia.
La Scozia si trova in una posizione ideale per sfruttare l’energia marina e questo test servirà per poter analizzare al meglio quali modifiche apportare al fine di poter ricavare quantità sempre maggiori di energia elettrica senza incorrere in ulteriori operazioni di deturpazione ambientale.

Fonte: http://www.tuttogreen.it/in-scozia-il-primo-parco-eolico-sottomarino-con-turbine-installate-a-30-mt-di-profondita/

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raccolta differenziata guadagno
Di Marta Albè
Guadagnare dalla spazzatura si può! Trasformare i rifiuti in risorse...e sconti pure! Ed è così che anche in Italia stanno cominciando a difforndersi nei comuni, nella grande distribuzione o nelle scuole postazioni di raccolta automatica a cui accedere liberamente e dalle quali ottenere degli sconti o dei buoni da utilizzare per la propria spesa, ma anche premi di altra entità, in modo da incentivare i cittadini alle buone pratiche e da evitare lascorretta tendenza all’accumulo di rifiuti lungo le strade ed in luoghi non destinati ad essi.

In Norvegia e in generale nel Nord Europa i punti di raccolta automatici dei rifiuti rappresentano già da tempo una realtà concreta, volta a promuovere comportamenti corretti e civili da parte della comunità dei cittadini, Proprio un anno fa, tra ragazzi avevano testato il funzionamento di uno dei dispositivi norvegesi,ottenendo uno sconto di sei euro sulla spesa ed affermando che sistemi simili avrebbero potuto rappresentare un ottimo spunto per la soluzione dell’emergenza rifiuti napoletana. Eccone alcuni esempi nostrani, la cui diffusione sta avvenendo progressivamente in tutta la penisola.

1) Ecobank

ecobank
 Ecobank è un progetto della Regione Piemonte attivo dal 2009. Esso consiste nellaraccolta differenziata di contenitori per le bevande, con particolare riferimento allebottiglie di plastica ed ai contenitori di alluminio, tramite postazioni automatiche facilmente accessibili dai cittadini. In cambio si riceveranno dei buoni spesa da utilizzare nei supermercati convenzionati. I vuoti a perdere si trasformano così in vuoti a rendere, educando alla corretta differenziazione dei rifiuti. Le postazioni Ecobank si trovano attualmente nei Comuni di Venaria Reale (TO), Valenza (AL) e Alessandria.


2) Ecopunto

ecopunto
Ecopunto è una bottega del baratto che aiuta la differenziata. Nel 2010 vi avevamo presentato l’Ecopunto di Niscemi, in provincia di Caltanissetta, dove era ed è tuttora possibile barattare prodotti destinati ad essere riciclati, e che hanno perso qualsiasi utilità per il consumatore, con beni alimentari grazie ai quali arricchire la propria spesamediante una raccolta punti basata sulle quantità di rifiuti consegnati. Il fenomeno si è via via diffuso in varie zone della Sicilia ed Ecopunto è ora presente anche a Barcellona Pozzo di Gotto, Cinisi e Terrasini, con nuove aperture previste in altre località.

3) RePaperMe/Eurven

eurven_repaperMe
 Da novembre 2011 anche in Italia la raccolta differenziata della carta si fa al supermercato grazie a RePaperMeil primo compattatore di carta e cartone in grado di calcolare la quantità raccolta e, in proporzione, destinare punti premio utili per ottenere sconti sui prodotti in vendita, accumulati grazie ad una carta fedeltà. Al progetto hanno già dato la propria adesione catene della grande distribuzione come Despar, con alcuni punti vendita attualmente attivi in Lombardia.

4) Mr Pet

MrPET
 Mr Pet è un sistema di raccolta della plastica basato sulla remunerazione dell’utente nato nei primi anni del 2000 ed attivo nei supermercati grazie alla presenza di contenitori automatici predisposti per l’inserimento dei rifiuti e la ricezione automatica di punti da raccogliere in una card personale e da utilizzare per la spesa. E’ tuttora in corso l’evoluzione 2.0 di Mr Pet, che manterrà comunque validi i punti accumulati fino a questo momento.

5) RD Italia

RD italia
 Dal 2009 a Napoli, grazie alla raccolta differenziata, i rifiuti diventano premiRD Italia mette a disposizione di Comuni, Enti Pubblici ed imprese private delle macchine per la raccolta di lattine e bottiglie che premiano la buona pratica della differenziazione dei rifiuti grazie ad incentivi per i cittadini, consistenti in prodotti omaggio di diversa entità a seconda dl luogo in cui il punto di raccolta è collocato. Attualmente tramite il progetto EcoEtica il servizio è attivo in tre scuole superiori della provincia di Napoli, mentre si avvalgono delle macchine automatiche RD Italia anche le catene di supermercati Conad Adriatico Sigma e, per la prima volta in Italia una stazione di servizio di Vicenza in cui la spazzatura si trasforma in sconti benzina. Di questi tempi, mica male no?

fonte: greenme.it

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Il produttore statunitense lancia la sua nuova iniziativa infrastrutturale: promette "pieni" di elettricità gratis per incentivare la diffusione delle auto elettriche
Roma - Prima l'evoluzione delle auto elettriche "per tutti" (ancorché con un prezzo non proprio alla portata di chiunque), ora la rivoluzione delle stazioni di ricarica gratuite e sparse per tutto il territorio statunitense (e non solo): Tesla Motors annuncia l'iniziativaSupercharger, progetto che dovrebbe affrontare i principali problemi dell'automobilismo elettrico e favorire la diffusione di veicoli a emissioni zero.

Faranno inizialmente parte di Supercharger sei stazioni di ricarica sparse per il territorio della California, e Tesla promette che ripristinare la carica energetica delle batterie di bordo sarà un'operazione gratuita - a tempo "indefinito" - per i possessori di auto Model S.

Le sei stazioni sono state costruite in gran segreto, e hanno la particolarità di usare impianti fotovoltaici per fornire il proprio servizio di ricarica: in tal modo, sostiene Tesla, si affrontano i principali problemi della diffusione dell'auto elettrica, vale a dire il consumo di fonti fossili per la produzioni di elettricità, la convenienza di guidare le auto su lunghe distanze (al pari di quelle a benzina) e il costo delle ricariche delle batterie.
upercharger vede poi Tesla impegnarsi come un vero e proprio fornitore di "infrastrutture" piuttosto che come semplice produttore di autoveicoli, e in tal senso l'impegno - che Tesla vede come propedeutico alla diffusione del suo modello di business, cioè le auto elettriche - aumenterà parecchio in futuro negli USA (territorio tutto coperto entro 2 anni), in Europa e in Asia.

In questi giorni Tesla si segnala infine per una ennesima "prima volta" nel mondo automobilistico contaminato dall'hi-tech, ovverosia la distribuzione di un aggiornamento per il firmware di bordo della Model S a mezzo WiFi o con connessione 3G integrata sull'auto.

Alfonso Maruccia per Punto-informatico

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Questo documentario esamina il legame tra alimentazione e salute umana e fornisce informazioni per fare le scelte più corrette per prevenire le malattie e vivere più sani.

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(Ansa)(Ansa)
Le spiagge italiane? Più di una su due è privatizzata e cementificata. Il tutto anche grazie a stabilimenti dati in concessione che rendono milioni di euro grazie all'affitto di sdraio e ombrellone. A denunciare la situazione è il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli nel corso della conferenza stampa di presentazione delManuale di Autodifesa del Bagnante edizione 2012.
I BIGLIETTI DI INGRESSO SULLE SPIAGGE - «Andare al mare sta diventando per gli italiani un lusso e un privilegio, una diritto rubato a chi non può permettersi di pagare ombrellone e lettino. La spiaggia libera è ormai diventata un miraggio mentre gli stabilimenti balneari continuano a fare affari d'oro pagando canoni di concessione irrisori», spiega il leader ecologista . Che aggiunge: «Non molti sanno che uno stabilimento balneare di 8000 metri quadrati che rende milioni di euro generalmente paga un canone di 1,20 euro per metro quadro. Circa 10 mila euro l'anno, 800 euro al mese ossia meno di quanto costa il fitto di un appartamento per una famiglia. Una vera e propria vergogna se si considera che ogni giorno il governo chiede sacrifici ai cittadini». Ma non solo. «L'Italia è l'unico paese al mondo in cui per andare a mare in alcune significative località come Roma viene imposto il pagamento di un biglietto d'ingresso, una vera e propria tassa sul mare - continua il leader verde -. Tutto questo nonostante la legge del 2006 che stabilisce il libero e gratuito accesso anche ai fini della Balneazione dica il contrario. La non applicazione di questa legge ha portato alla quasi totale privatizzazione delle spiagge italiane».
REFERENDUM - Ecco perché Verdi e Radicali hanno deciso di promuovere un referendum e si sono impegnati nella raccolta di 50 mila firme per una consultazione da svolgersi nella prossima primavera. Gli ambientalisti puntano anche su Internet per raccogliere segnalazioni di abusi e divieti contro la legge. Il sitoManuale del Bagnante raccoglie le informazioni per difendersi dai soprusi sulle spiagge saranno infatti consultabili anche da pc, notebook, tablet o smartphone: sul sito sarà possibile inviare segnalazioni o accedere alla sezione numeri utili per denunciare a eventuali abusi.

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Scarica il PDF a questo link:
http://www.bandierablu.org/public/doc/bb/2012/spiagge.pdf

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Gli azionisti di Tepco hanno approvato il piano di nazionalizzazione della società elettrica giapponese finita nell'occhio del ciclone per l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima. Il progetto di salvataggio, già approvato dal governo, prevede una iniezione di capitale fresco di 1.000 miliardi di yen, quasi 10 miliardi di euro, di fondi pubblici.

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La gente in mancanza di risorse, sta riducendo i consumi all’essenziale e, parallelamente, prende coscienza dell’inutilità e inefficacia di tutti quei beni che acquistava meccanicamente al mercato del Grande Malfattore, in virtù di un sistematico lavaggio del cervello indotto dalla propaganda di regime. “E tu che lavori per produrli, li devi anche acquistare – altrimenti la fabbrica chiude e tu vai a spasso”.
Le varie ricette e strategie, che i cervelloni dell’economia e della politica mettono in campo, immaginando di contrastare gli effetti di quella che persistono a definire, una “crisi”, non sono che un mucchio di fesserie prodotte da menti malate prive del più remoto senso della realtà. Quelle poche persone, ancora oggi, dotate di buon senso, di logica e di consapevolezza e in grado di interpretare gli avvenimenti, concordano con la tesi che non si tratta di una comune crisi fisiologica ad un meccanismo perfettibile, ma l’apice di un Sistema che si è trovato a sbattere il testa contro il muro di una realtà volutamente rimossa – un sistema che si riteneva invulnerabile e refrattario ad ogni pericolo esterno ed interno ad esso e che oggi, nonostante il fallimento evidente e conclamato, persiste in maniera diabolica a decantare gli straordinari risultati e benefici prodotti, rigettando ogni accusa e negando l’evidenza dei fatti e degli effetti catastrofici sulla società. Ergo, definire tutto questo “UNA CRISI” é un maldestro esercizio di contraffazione. Ciò che sta accadendo, in verità, è la fine di un sistema, la fine di un’epoca: la fine del mondo.
Oggi il Sistema è saturo; bloccato. Ogni tentativo di rianimarlo, immettendo sul mercato nuova mercanzia, non fa che peggiorare il suo stato. Sarebbe come se un medico, per curare una pericolosa indigestione, costringesse il suo paziente ad una solenne abbuffata. Il Sistema, come il paziente indigesto, in preda a crampi, conati e nausee, sarà più propenso a vomitare, per liberarsi dalla schiavitù di un disagio non più sopportabile, e dal rischio di collassare. L’indigestione, in questo caso, è simbolica di un consumismo sfrenato, selvaggio e senza regole che ha congestionato ogni settore della nostra società. Nel bisogno di espellere per liberarsi, possiamo individuare l’ineludibile necessità di fare ritorno ad un passato, regolato dall’impianto etico originario; dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dalla ragionevolezza.
Milioni di lavoratori e di famiglie dei paesi industrializzati, per decenni sono sopravvissuti acquistando e consumando tutti quei beni che la stessa classe operaia ha concorso a produrre in totale solitudine, al chiuso di caotiche e maleodoranti fabbriche fumanti. Un perverso meccanismo (circolo vizioso), in virtù del quale, se intendi mantenere il lavoro, devi acquistare ciò che hai contribuito a produrre per assicurarti il salario o lo stipendio – risultato ultimo di una condizione delirante di moderna schiavitù a piede libero, che ha defraudato l’individuo del suo sacrosanto tempo libero e di una vita degna, omologandolo all’idea dominante di sfruttamento sistematico, imposta dal Sistema Padrone Schiavista.
Partendo dal televisore, lavatrice, frigorifero, play station e cellulare, passando per tutto quel luna park di tecnologia ludica e infantile, fino all’ultimo più schifosissimo yogurt snellente e cremina rassodante, rappresentano tutti quanti insieme, il frutto velenoso di un lavoro sporco derivante da un’occupazione che ha privato l’uomo di ogni barlume di dignità e di prospettiva culturale, trasfigurandolo in una macchina che respira, senza un’anima e una logica!
Se non fosse la stessa “massa” (tutti noi) ad avere alimentato per decenni gli stomaci senza fondo “dell’imprenditoria dell’effimero”, le fabbriche avrebbero già chiuso da tempo e l’economia derivante dalla catena di montaggio, non sarebbe mai divenuta. Il risparmio dei cittadini che oggi, agli occhi del Sistema é visto come una sciagura planetaria, è stato per millenni il vero punto di forza di ogni società sensata e civile che, in ragione di questo, proiettava nel futuro la sua continuità.
Il Sistema dunque non si è auto/generato ma è cresciuto e si è sviluppato fino a questo punto, perché sistematicamente e metodicamente alimentato dall’insensatezza complice dei nostri comportamenti individuali e quotidiani.
Nel frattempo gli imprenditori delocalizzano le loro fabbrichette di merda nei paesi poveri, per incrementare i loro profitti speculando sui bisogni primari e ineludibili della gente. Il tasso di disoccupazione nazionale sale di ora in ora e molto presto, quando la cassa di integrazione, la mobilità, i sussidi assistenziali e ammortizzatori sociali, avranno prosciugato le ultime speranze di sopravvivenza dei lavoratori, il Sistema Bestia dichiarerà candidamente che il lavoro è un ritorno al passato, e la morte per inedia, il futuro.
Per tanto, quando sento ancora parlare di crescita e di sviluppo come i soli strumenti idonei per combattere la crisi del capitalismo, mi vengono i brividi e, ancora di più, prendo coscienza di quanto, le “conquiste” di questo secolo, siano state nefaste per tutta l’umanità.
Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto e più fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e perseverare in questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra relativa salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta e pragmatica dell’attività economica industriale e tecnologica, fino al suo azzeramento.
Tornare al passato, dunque, è il percorso più praticabile e meno utopico, contrariamente del perseverare in questa direzione. Solo con un radicale intervento di riconversione del Sistema, potremo limitare i danni di una tragedia annunciata dai contorni apocalittici! Alla disoccupazione dilagante del comparto industriale, dobbiamo rispondere con un ritorno, alla terra. Altre soluzioni non ce ne sono e, “chi tardi arriva, male alloggia”.

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