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Le spiagge italiane? Più di una su due è privatizzata e cementificata. Il tutto anche grazie a stabilimenti dati in concessione che rendono milioni di euro grazie all'affitto di sdraio e ombrellone. A denunciare la situazione è il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli nel corso della conferenza stampa di presentazione delManuale di Autodifesa del Bagnante edizione 2012.
I BIGLIETTI DI INGRESSO SULLE SPIAGGE - «Andare al mare sta diventando per gli italiani un lusso e un privilegio, una diritto rubato a chi non può permettersi di pagare ombrellone e lettino. La spiaggia libera è ormai diventata un miraggio mentre gli stabilimenti balneari continuano a fare affari d'oro pagando canoni di concessione irrisori», spiega il leader ecologista . Che aggiunge: «Non molti sanno che uno stabilimento balneare di 8000 metri quadrati che rende milioni di euro generalmente paga un canone di 1,20 euro per metro quadro. Circa 10 mila euro l'anno, 800 euro al mese ossia meno di quanto costa il fitto di un appartamento per una famiglia. Una vera e propria vergogna se si considera che ogni giorno il governo chiede sacrifici ai cittadini». Ma non solo. «L'Italia è l'unico paese al mondo in cui per andare a mare in alcune significative località come Roma viene imposto il pagamento di un biglietto d'ingresso, una vera e propria tassa sul mare - continua il leader verde -. Tutto questo nonostante la legge del 2006 che stabilisce il libero e gratuito accesso anche ai fini della Balneazione dica il contrario. La non applicazione di questa legge ha portato alla quasi totale privatizzazione delle spiagge italiane».
REFERENDUM - Ecco perché Verdi e Radicali hanno deciso di promuovere un referendum e si sono impegnati nella raccolta di 50 mila firme per una consultazione da svolgersi nella prossima primavera. Gli ambientalisti puntano anche su Internet per raccogliere segnalazioni di abusi e divieti contro la legge. Il sitoManuale del Bagnante raccoglie le informazioni per difendersi dai soprusi sulle spiagge saranno infatti consultabili anche da pc, notebook, tablet o smartphone: sul sito sarà possibile inviare segnalazioni o accedere alla sezione numeri utili per denunciare a eventuali abusi.

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