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Il Parlamento greco, ieri riunito ad Atene, ha approvato le nuove misure di austerità con tagli per 13,5 miliardi di euro per i prossimi due anni. Una scelta dettata dai vertici UE sotto la minaccia di non ricevere il prestito di 31,5 miliardi, necessario per non portare lo Stato al collasso finanziario. Negli ultimi 5 anni ilPil si è ridotto del 25% e due greci su dieci vivono sotto la soglia di povertà. In Parlamento il premier Antonis Samaras aveva sottolineato la necessità di decidere se tornare alla dracma o rimanere nell’eurozona.
Violenti scontri hanno accompagnato la decisione di un Parlamento blindato, presidiato da centinaia di agenti in tenuta antisommossa. Questo non ha fermato la disperazione di migliaia di cittadini greciche hanno partecipato allo sciopero generale di 48 ore indetto dai due principali sindacati. Adedy e Gsee hanno interrotto i servizi del paese, dai pubblici uffici ai trasporti, tutto per manifestare il loro dissenso e l’impossibilità di sopportare l’ulteriore aumento della disoccupazione.
Tensione altissima in piazza Syntagma dove la polizia è intervenuta con lanci di lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere gli oltre 100mila manifestanti. Scene da guerra civile che ha visto diverse strade della città date alle fiamme, il lancio di bombe molotov contro le forze dell’ordine mentre gruppi di contestatori sfruttavano stradine secondarie per attaccare i blocchi della polizia.
Tutto questo non è bastato a fermare il provvedimento passato con 153 voti favorevoli, 18 astenuti e 128 contrari. La seduta è stata interrotta diverse volte per gli scontri fuori e dentro il Parlamento, ieri scioperavano anche i dipendenti della Camera interessati dai disastrosi tagli. Circa duemila dipendenti statali perderanno il posto entro gennaio, quelli che resteranno vedono scomaparire tutti i bonus extra, lepensioni subiranno tagli fino al 25%, gli stipendi speciali (polizia magistratura, diplomatici, medici e docenti universitari) caleranno del 27%. I tagli riguardano anche la salute, le persone vedranno scomparire la previdenza sociale, che sarà sostituita con una non chiarissima indennità calcolata in base al reddito. La buona notizia è che la casta politica è salva, mentre l’età pensionabile è stata alzata a 67 anni, i politici aboliscono le pensioni dei parlamentari e autorità comunali, ma solo per quelli eletti da oggi in poi, lasciando così la possibilità a quelli attuali di beneficiare di pensioni multiple.
Nel momento in cui il paese avrebbe bisogno di una classe politica onesta e coesa, sono ancora troppi i provvedimenti dubbi che scatenano la rabbia delle masse. Gli stessi intellettuali del Paese hanno fortemente criticato la scelta di vendere l’Opap, il nostro totocalcio, per l’irrisoria cifra di 100 milioni di euro, quando il giro di affari dell’ente è stimato in circa 300 milioni annui. 
fonte: http://www.agoravox.it/Violenti-scontri-in-Grecia-il.html

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