Questo il risultato una ricerca condotta dal dottor Al. Kokkinos dell'ospedale Laiko di Atene che dà riscontro scientifico a quella che è sempre stata considerata poco più che una leggenda metropolitana. Eppure lo sostenevano già gli antichi latini che la prima digestione avviene in bocca per cui masticare piano e bene è importante; mandare giù il cibo con voracità e velocità, invece, rende il lavoro del nostro apparato digerente molto più faticoso e lento, con conseguente disagio per il nostro organismo.
L’esperimento effettuato da ricercatori greci è iniziato offrendo ad alcuni volontari del gelato: ebbene, in coloro che lo avevano mangiato in fretta, rispetto a quelli che lo avevano consumato in un tempo ragionevole, si era riscontrata una differenza relativamente all’assimilazione del cibo. E non solo: ai “frettolosi” veniva a mancare nel sangue un ormone deputato ad inviare al cervello il segnale di sazietà, col risultato che coloro che avevano mangiato il gelato con avidità, contrariamente agli altri, erano pronti ad assaporarne un altro senza alcun problema. La causa di ciò è da attribuire alla presenza nel nostro intestino di due ormoni (il PYY e il GLP-1) i quali, agendo rispettivamente sui recettori cerebrali legati al senso di sazietà e sull’ insulina e lo svuotamento gastrico, riducono l’appetito e quindi ci inducono, ad un certo punto, a smettere di mangiare . Una bella scoperta per chi pensa che consumare il pasto in fretta, restando in piedi sia come non mangiare molto. Niente di più sbagliato! Ingerendo velocemente i cibi, infatti, non viene correttamente trasmesso all’organismo il senso di sazietà che permette di sentirsi pieni e si mangia di più del necessario. In realtà per non correre il rischio di ingrassare bisogna trattenersi più tempo a tavola trattando il cibo per quello che è: un piacere della vita, da godersi con la giusta calma e rilassatezza.
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