Facebook: il social network più gettonato degli ultimi tempi; il secondo sito più visitato dopo Google; la piattaforma che quest’anno ha superato i 500 milioni diutenti attivi in tutto il mondo.
Facendo un rapido calcolo, sapendo che la popolazione mondiale ha raggiunto quasi i 7 miliardi di individui, allora un quattordicesimo dellapopolazione è iscritta a Facebook.
Forse, però, non tutti gli utenti sono a conoscenza del fatto che già nello scorso gennaio il colosso social aveva annunciato che le sue nuove centrali di dati in Oregon – ovvero le fabbriche che danno vita ai collegamenti che ci permettono di ricevere gli aggiornamenti di status di amici sul computer o smartphone – sarebbero state alimentate da un giacimento di carbone nello Stato dell’Idaho, così come già avveniva per un data warehouse di Apple nel North Carolina.
Parimenti, ben pochi sanno che l’utilizzo dell’energia ricavata dal carbone, tra l’altro la più sporca fonte di energia elettrica, costituisce una delle principali cause del cambiamento climatico in termini di inquinamento e di riscaldamento a livello globale.
Si stima che l’attuale tasso di crescita delle fondamenta di Facebook, e cioè delle centrali di dati così come dei network per i servizi di telecomunicazione, consumeranno circa 1,963 miliardi di kw di elettricità nel 2020: più del triplo di quanto utilizzino attualmente Germania, Francia, Brasile e Canada messi insieme.
L’ingente mole di dati aleatori che ne viene fuori sta diventando fin troppo reale: se fossero considerate come un paese, le telecomunicazioni e i data center per il cloud computing sarebbero al quinto posto mondiale per consumo di energia dopo Stati Uniti, Cina,Russia e Giappone.
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