| 0 commenti ]

Nell'era della comunicazione globale, in cui non sapere ciò che accade nel mondo è quasi impossibile, c'è chi sceglie in maniera più o meno consapevole un modo di vivere che rifugga dai problemi, dai conflitti, da un dispiacere. Non ascolta, ad esempio, notiziari di tv e radio, non legge giornali, per evitare le notizie di cronaca nera sul degrado sociale, il dilagare delle droghe, le violenze sui bambini, le crisi economiche. Come a dire "meno cose negative so, meglio sto". Si tratta di persone che nella vita privata, in realtà, si rivelano molto più ansiose della media e magari, pur essendo molto coinvolte nel sociale, in casa preferiscono non sapere se un figlio frequenta cattive compagnie, se il partner ha problemi di lavoro; quando un familiare è malato evitano di essere loro a dover parlare con i medici. Ricorrono, dunque, alla negazione dei problemi come meccanismo psichico di difesa. 
Questo può dipendere da due situazioni opposte: eventi fortemente traumatici vissuti durante l'infanzia da cui si cerca di difendersi, evitando tutto ciò che possa riportarli alla mente; oppure l'essere cresciuti in un ambiente fin troppo rassicurante, dove i genitori si occupavano sempre di tutto e ancora continuano a farlo.
Negando i problemi, peraltro, si rischia di ingigantirli perchè non si riescono ad acquisire gli strumenti mentali per risolverli. Si tratta di uno schema infantile che va superato. Non è necessario conoscere tutti i dettagli morbosi di una cattiva notizia; basta sapere soltanto cosa accade ricordando che un proprio contributo attivo può essere prezioso e risolutivo anche per gli altri. Collaborare con chi ci sta accanto fa ritrovare il gusto di  essere protagonisti della propria vita e riscoprire la sensazione di essere adulti, cosa che può rilevarsi molto appagante.

0 commenti

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...