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Nel libro scritto a  4 mani con Monia Benini (“Risvegliàti: e adesso cosa facciamo?) abbiamo inserito alcune conseguenze negative del meccanismo di produzione della moneta così come è oggi. Di fatto, l’esistenza di una ristretta minoranza di individui, che con la creazione del denaro acquisisce un potere enorme, fa sì che, proprio per mantenere lo status quo, questa minoranza cerchi di influenzare (e ci riesce benissimo) altri settori della società,dalla medicina all’informazione, dalla scienza all’istruzione, dagli studi di economia politica alla promozione (o cancellazione) di tecnologie per la produzione di energie, ecc.
E tutto sommato sono convinto che il mercato sia così “drogato” dall’esistenza di questi interessi forti (che non hanno alcun limite nella disponibilità di liquidità) al punto che i loro effetti si riverberano su ogni aspetto della nostra società. Come ben spiegato in questa lunga intervista a Nando Ioppolo, esiste una sotrta di “sistema unico di pensiero” che promuove una serie di falsità auto-sorreggentesi una con l’altra, e per impedire che il sistema corrente di pensiero sia messo in discussione deve stare attento ad ogni dettaglio, in ogni settore della società, finanche alla cultura, al costume, lo sport.
Con il cantante del gruppo padovano Piccola Bottega Baltazar (già scritti alcuni post, qui,  qui qui) Giorgio Gobbo, scherzavo sul fatto che lui avesse imitato Alan Sorrenti (il famoso “figlio delle stelle“) e lui mi faceva notare che questo cantante, prima di diventare famoso con un pezzo tutto sommato molto “leggero“, aveva prodotto musica impegnata, cosiddetta underground, in lavori precedenti (ovviamente senza alcun successo!). In particolare Giorgio mi segnalava questo articolo che si conclude con queste – almeno per me – illuminanti parole:
Fallito il sogno della rivoluzione e dell’uguaglianza sociale, non rimaneva che cercare di sovvertire le proprie vite nelle discoteche, in cui l’identità quotidiana di ognuno poteva eclissarsi. “Avvolti dalle ombre”, l’operaio e la figlia dell’avvocato potevano incontrarsi, stare “silenziosamente insieme” e amarsi: annullate magicamente le differenze di classe nella notte disco, ognuno può credersi figlio delle stelle, anche nel senso delle star, per un incontro fuggevole in cui però “io non cerco di cambiarti”, dato che “so che non potrò fermarti” e al termine del quale “tu per la tua strada vai”. L’essenza della disco è tutta qui: sogno di benessere materiale, disinvoltura sessuale, edonismo almeno per una notte per fuggire dal grigio immutabile della vita di giorno. Forse non a caso, Figli delle stelle sarebbe uscito dalla Top ten solo dopo l’approvazione della legge sull’aborto:serendipità?
Quindi la promozione o l’occultamento di alcuni brani, alcuni autori sarebbe sottomessa ad una valutazione di opportunità, di potenziale pericolosità per i poteri forti? Lo sostiene anche David Icke, quando dice che il potere immenso che deriva dalla proprietà del denaro e dalla possibilità di finanziare questo o quel progetto, estende i suoi tentacoli anche in aspetti apparentemente secondari, come le canzonette,decidendo chi far trionfare e chi tenere nell’ombra, chi avrà successo e venderà milioni di copie e chi invece non avrà neanche la possibilità di farsi notare. Anche Sandy Marton, il biondo dai capelli lunghi con la tastiera a tracolla, aveva raccontato in un’intervista che aveva provato per anni a sfondare con musica impegnata… poi, d’improvviso, il successo inaspettato, enorme, travolgente, con un brano orecchiabile, sì, ma assolutamente scialbo come “People from Ibiza“.

Ecco perchè le regole del gioco vanno cambiate. E noi, pionieri in questa battaglia, dobbiamo avere pazienza con i nostri vicini e spiegare, senza fretta, ma con insistenza, quali sono i motivi (innumerevoli ormai) per cui questa è una buona battaglia ed è bene che anche loro si uniscano a noi. Perchè nessuno può chiamarsi fuori e dirsi non interessato. Ci siamo tutti dentro, che lo vogliamo o no.
Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=62995

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