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Un addio forzato? Non era mai accaduto negli ultimi 7 secoli. In Vaticano adesso si va al Conclave. Angelo Scola, arcivescovo di Milano è il favorito. Gli anglo-americani lo volevano Papa già nel 2002. Cosa ha indotto il capo della “Santa Sede” a mollare in un amen il suo potere.
“Lascerò il pontificato entro il 28 febbraio”. L’annuncio choc è stato dato direttamente dal pontefice, in latino, durante il Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. “Sento il peso dell’incarico, consapevole della gravità del mio atto, ma è per il bene della Chiesa”, ha dichiarato per giustificare il suo passo indietro.
Ufficialmente le motivazioni che avrebbero spinto il Papa a questa decisione sono tre. Primo, la malattia che lo ha indebolito. Secondo, la volontà di ritirarsi per meditare, restando però in un piccolo monastero all’interno della Città del Vaticano. Infine perché non è più in grado di esercitare il magistero papale.
La Chiesa, in quel preciso momento, si ritroverà senza un pontefice. Joseph Ratzinger si ritira prima a Castelgandolfo, poi entrerà nel monastero di clausura in Vaticano. Potrà continuare a scrivere. E Angelo Scola viene già indicato come papabile numero uno. Il nome? Paolo VII.  
Alle ore 20 del 28 febbraio 2013 l’Appartamento papale sarà ormai sgombro. A quell’ora Benedetto XVI avrà terminato il suo pontificato e toccherà al camerlengo, cardinaleTarcisio Bertone, sigillare la porta dell’appartamento. Il Decano, cardinale Angelo Sodano, dovrà invece avvisare tutti i cardinali e convocarli a Roma. La Chiesa, in quel preciso momento, si ritroverà senza un pontefice. Con una sottile differenza rispetto al passato, almeno agli ultimi 717 anni dalle dimissioni (1296) di Celestino V: stavolta Joseph Ratzinger tornerà ad essere cardinale e, sull’esempio del predecessore, si chiuderà probabilmente in clausura.
Il portavoce della Sala stampa della Santa Sede ha altresì precisato che da Papa emerito Ratzinger potrà continuare a scrivere e pubblicare i suoi libri. Padre Lombardi ha comunque parlato di una prima permanenza a CastelGandolfo e poi in un monastero di clausura in Vaticano.
Qualcuno ha minacciato Ratzinger? Forse, il pastore teutonico non ha inteso fare la fine diPapa Giovanni Paolo I (Albino Luciani) – avvelenato con la digitalina nella notte tra il 28 ed il 29 settembre del 1978 – che si apprestava a smantellare i vertici dello Ior, in primis a mandar via monsignor Marcinkus. La banca vaticana, tra l’altro, aveva riciclato il denaro sporco di Cosa Nostra ed era implicata nell’omicidio del banchiere Calvi.
Una volta i cosiddetti alleati (USA  & GB), in realtà padroni d’Italia, si limitavano ad imporre governi scudocrociati, ora prendono di mira anche il cuore malato della cristianità. Singolari coincidenze, quasi in contemporanea: elezioni in Italia e dimissioni straordinarie del Papa. Altro che dietrologia e complottismi. Allora, ricatto, minaccia o c’è dell’altro? Attendiamoci una brutta sorpresa, anzi il peggio, in primavera.
Non ci sono santi, papale papale, ma solo giochi di potere sulla pelle dei sudditi.
il discorso di commiato del papa:
dimissioni previste da un anno:
sotto dittatura:

Blondet: la profezia del Papa Nero? Rileggiamo invece i segreti di Fatima

Intervista a M. Blondet | Link
Un fatto senza precedenti almeno nella storia della Chiesa moderna. Per ritrovare le dimissioni di un Pontefice bisogna infatti risalire ad epoche antiche, in cui la Chiesa viveva momenti di grande crisi, ad esempio lo Scisma di Occidente, quando c’erano un papa ad Avignone e uno a Roma. E’ il caso di Gregorio XII costretto ad abdicare dopo che si era trovato un accordo per un solo Pontefice. Oppure quello molto più famoso di Papa Celestino V, che si dimise di sua iniziativa dopo pochi mesi di pontificato. Adesso invece Benedetto XVI ha annunciato le sue dimissioni per il prossimo 28 febbraio per motivi di anzianità e stanchezza fisica. Qualcuno sta già tirando fuori profezie millenaristiche come quella di Malachia, che avrebbe appunto identificato in Benedetto XVI l’ultimo Papa, prima dell’avvento di un Papa Nero, per alcuni dei quali è lo stesso Benedetto in quanto nel suo stemma pontificio è raffigurato un re di colore.
Secondo Maurizio Blondet contattato da ilsussidiario.net, “siamo davanti a un capolinea per la Chiesa cattolica. Non credo nelle profezie tipo quella di Malachia, che secondo me è roba che va bene per i rotocalchi, nessuno è mai stato in grado di dimostrare come e chi abbia scritto quella profezia. Credo invece che andrebbe riletta la vicenda di Fatima e soprattutto il terzo segreto”.
Secondo Blondet infatti (ma come lui altri studiosi cattolici, ad esempio Antonio Socci) il terzo segreto di Fatima non è mai stato rivelato del tutto. “Bisognerebbe riflettere su tutto il contenuto dei segreti di Fatima, dove si parla di una crisi profonda della Chiesa. E non solo quelle apparizioni: numerose altre apparizioni degli ultimi anni della Vergine hanno in comune questo stesso contenuto, la crisi della Chiesa. Una spaccatura che mette in pericolo tutto l’organismo della Chiesa”.
Come altri studiosi cattolici dunque anche Blondet sostiene che il terzo segreto di Fatima non sia stato rivelato nella sua interezza: “E’ stato rivelato solo in parte a distanza di 60 anni. Doveva essere rivelato prima del concilio di papa Giovani XXIII, il quale non lo fece perché disse che non lo riguardava. Non lo rivelò perché parlava di gravissima crisi interna alla Chiesa e proprio Papa Ratzinger ne ha rivelato una parte che parla di persecuzioni esterne: il Papa che viene colpito da fucilate e frecce”. In molti hanno ritenuto che quella figura fosse però Giovanni Paolo II quando fu colpito nell’attentato di San Pietro: “In realtà io credo che più che un Pontefice, quel segreto facesse riferimento a tutte le persecuzioni di cui sono vittime oggi i cristiani, pensiamo alla Nigeria e al Pakistan ad esempio. Ma il contenuto intero del messaggio non venne mai rivelato perché il contenuto sarebbe stato scandaloso proprio per la Chiesa al suo interno, intendo una spaccatura”. 

Ratzinger scende dalla croce, ma non cancella il suo passato

Articolo di Massimo Mazzucco | Link
In queste ore tutti si stanno domandando il vero motivo delle dimissioni di Ratzinger dal soglio di San Pietro. Sarà solamente vecchiaia, dicono in molti, oppure c’è dietro qualcosa di più?
In realtà, il motivo per cui Ratzinger si ritira non ha molta importanza, a questo punto. Quello che è importante è non dimenticare mai come, perché, e soprattutto quando Joseph Ratzinger sia diventato papa.
Correva la primavera del 2005. In Italia papa Wojtyla stava male già da tempo, ma restava tenacemente aggrappato ad un filo di vita. Nel frattempo, negli Stati Uniti imperversava la tempesta che ha travolto la Chiesa cattolica per lo scandalo dei preti pedofili.
Non staremo qui a ricordare le responsabilità di Ratzinger nella copertura sistematica di questo crimine, che avrebbe potuto interrompere in qualunque momento, come Prefetto della Congrega per la Dottrina della Fede (ex-Tribunale dell’Inquisizione), e che invece non ha mai interrotto, ma ha anzi prolungato nel tempo, avocando a sè tutti i casi più delicati. Abbiamo già parlato in modo esteso del Crimen Sollicitationis, e non serve ora tornarci sopra.
Quello che invece bisogna sapere è che, proprio nel mezzo della tempesta americana, il cardinale Joseph Ratzinger era stato denunciato da un avvocato del Texas, …
… a nome dei suoi rappresentati, e avrebbe dovuto presentarsi in tribunale per rispondere dell’accusa di copertura del crimine di pedofilia.
Ecco il documento originale con la denuncia di Ratzinger, insieme ad altri due prelati.
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“John Doe I“, “II” e “III” sono tre ragazzi – il cui vero nome non viene citato – che hanno accusato il prete Patino-Arango di molestie sessuali, ed il vescovo della sua diocesi di Galveston, nel Texas, di copertura del crimine e di ostruzione di giustizia. A sua volta il vescovo, Joseph Fiorenza, si era difeso dicendo che aveva seguito le direttive giuntegli dall’allora cardinale Ratzinger, nel ruolo di Prefetto per la Sacra Congrega della Fede. A quel punto l’avvocato Shea, che rappresentava i tre ragazzi, aveva chiesto che lo stesso Ratzinger venisse a rispondere in prima persona.
Ma il caso volle che proprio in quel periodo Ratzinger sia stato eletto a Sommo Pontefice, in un conclave fra i più brevi e rapidi in assoluto (Ratzinger fu eletto al secondo giorno di conclave, il 19 aprile). Il neo-eletto papa potè quindi avanzare la classica richiesta di immunità che viene riservata ai capi di stato di altre nazioni. Eccola:
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Il documento dice: “L’accusato Joseph Ratzinger, ora papa Benedetto XVI, chiede rispettosamente che il tribunale chiuda il caso sopra citato contro Ratzinger. Ratzinger è il capo della Santa sede, un sovrano straniero riconosciuto dagli Stati Uniti.”
Notare la curiosa definizione di “sovrano straniero”, che è stato necessario adottare poiché lo Stato del Vaticano in quanto tale non è riconosciuto dagli Stati Uniti (lo è la Santa Sede, che però è una cosa diversa).
Questo è invece il memorandum per la Corte, …
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… nel quale il difensore di Ratzinger ricordava che “la Santa Sede ha trasmesso alla giusta controparte, al Ministero degli Esteri americano, una nota relativa alla presentazione di un suggerimento di immunità per conto dell’imputato. La difesa è al corrente di, e crede vi sia stato, un ulteriore contatto diplomatico riguardo a questa materia, dopo la consegna della nota diplomatica, avvenuta il 20 di maggio”.
Un elegante giro di parole per ricordare alla Corte che era intervenuto Bush in persona, per concedere a Ratzinger l’immunità richiesta.
Chissè se ora che Ratzinger torna ad essere un cittadino qualunque vorrà presentarsi in Texas, e rispondere finalmente dell’accusa che grava sulla sua testa fin dal primo giorno del suo pontificato?
Massimo Mazzucco
VEDI ANCHE:
Memoria fallace Un articolo approfondito sul Crimen Sollicitationis.
Il papa dei pedofili La copertura di Ratzinger nel caso del prelato messicano Marcial Maciel.
BENVENUTI NEL MEDIOEVO Il capo dell’Inquisizione è diventato papa. Non è una battuta gratuita, non è una metafora, è la letterale, nuda e cruda verità:il Tribunale dell’Inquisizione, nonostante la triste fama che raggiunse nel medioevo, …
THE RATZINGER REPORT I nomi Ivone Gebara, Tissa Balasuriya, Hans Kung, Jacques Gaillot, Charles Curran, Leonardo Boff, Bernhard Haering, vi dicono forse qualcosa? Molto probabilmente no, ed il motivo c’è eccome: sono nomi – di prelati, vescovi, studiosi, suore, teologi – che il cardinale Ratzinger, nei suoi lunghi anni al vertice della Congrega per la Dottrina della Fede, ha voluto far cadere nel silenzio dell’oblio. Sono i pericolosi, gli eretici, …
BENEDETTO MICA TANTO Lo avete voluto, il papa restauratore? Vi mancava tanto, il sapore dell’”antica Chiesa di una volta”? Per voi Woityla non era abbastanza conservatore? Ebbene, preparatevi, perchè quando vi ritroverete a fare la fila davanti a S.Pietro, per potervi comperare un perdono per un parcheggio fuori dalla righe, o un’assoluzione divina per aver evaso l’imposta dell’immondizia, non potrete più lamentarvi.
Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=59961#more-59961

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