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Qualche giorno fa i capireparto gli hanno sottoposto la petizione che esprimeva preoccupazione per le 145 assunzioni di lavoratori Fiom ordinate dal Tribunale. Ora due operai di Pomigliano decidono di raccontare come è andata quella raccolta firme, che definiscono 'uno schifo'. “E’ stata organizzata dall’azienda poi è stata passata ai capi, i quali a loro volta l’hanno data ai team leader e, quindi, agli operai. Da me sono venuti e mi hanno detto: 'Ti consiglio di firmarla, perché se non la firmi ti mettono in mobilità forzata'”

Di Andrea Postiglione
Qualche giorno fa gli hanno sottoposto la petizione che esprimeva la preoccupazione degli operai per il fatto che le 145 assunzioni ordinate dal Tribunale per sanare la discriminazione contro la Fiom potessero minacciare l’occupazione attuale. Oggi due operai di Fabbrica Italia Pomigliano decidono di raccontare come è andata quella raccolta firme, che definiscono “uno schifo”. “E’ stata organizzata dall’azienda – dice una tuta blu, che vuole restare del tutto anonima – poi è stata passata ai capi, i quali a loro volta l’hanno data ai team leader e, quindi, agli operai. Da me sono venuti e mi hanno detto: “Ti consiglio di firmarla, perché se non la firmi ti mettono in mobilità forzata”. Ma io quella penna non l’ho neanche presa in mano. Ora ho paura di finire tra i 19 che dovranno essere licenziati, ma io faccio bene il mio lavoro e voglio essere giudicato per quello”. All’altro operaio, che invece aveva firmato senza neppure leggere, avrebbero intimato di non tornare sui suoi passi, pena l’inserimento nella lista dei ‘segnalati’. Ma le denunce dei lavoratori non si fermano qui. “Stiamo subendo un ‘terrorismo’, una pressione mentale che non ha eguali”. E che si aggiunge alle difficili condizioni di lavoro: “Ho un minuto per lavorare su ogni macchina, e appena finisco ce n’è subito un’altra. Non abbiamo neanche il tempo di bere o di soffiarci il naso e in più siamo sempre in piedi. Il nostro direttore ci disse: “Abbiamo tolto i tavolini e le sedie perché tanto con questo nuovo sistema di lavoro non c’è nemmeno più bisogno di sedervi”. Di fatto, stiamo sempre in piedi”
fonte: Il Fatto Quotidiano

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