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L'Italia è prima al mondo per numero di auto blu

In nessun altro Stato al mondo ci sono tante auto blu quante in Italia. Il nostro paese è primo nella classifica mondiale delle auto "statali" con oltre 600mila vetture. E si tratta di un numero tutt'altro che in stallo. Nel primo trimestre del 2010 il loro numero è cresciuto dello 0,6%, raggiungendo il tetto record di 629.120 unità, mentre nel 2009 erano 607.918, nel 2007 erano 574.000 e nel 2005 erano 198.596. Cifre sempre da record, considerando che, come emerge dalle proiezioni effettuate della KRLS Network of Business Ethics per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani, c'è un netto distacco con gli altri Stati del mondo.
  • Stati Uniti le auto blu sono 73.000
  • Francia 65.000; 
  • Gran Bretagna (dove il governo ha di recente dato un taglio per via della crisi economica) sono 55.000; 
  • Germania 54.000; 
  • Spagna 44.000; 
  • Giappone 35.000; 
  • Grecia 34.000;  
  • Portogallo 23.000. 
In Italia invece, sommando gli stipendi degli autisti, i rifornimenti di carburante e i pedaggi autostradali delle auto di proprietà delle amministrazioni, quelle in leasing, in noleggio operativo e noleggio lungo termine, in carico a Stato, Regioni, Province, Comuni, municipalità, Asl, comunità montane, enti pubblici, enti pubblici non economici, società misto pubblico-private e società per azioni a totale partecipazione pubblica, la spesa annua legata a questo "privilegio su quattro ruote" supera - secondo l'Associazione dei contribuenti - i 21 miliardi di euro.



"Tagliare la spesa pubblica si può senza alcun danno per gli italiani. Basta solo applicare le leggi vigenti anche alla casta. Gli amministratori pubblici, in Italia, hanno superato ogni limite. Non basta pubblicare sul sito internet il nome delle amministrazioni buone o cattive; per ridurre drasticamente il parco auto della pubblica amministrazione bisogna pubblicare il nome e cognome degli utilizzatori e tassare le auto blu come fringe benefit", dice Vittorio Carlomagno, presidente Contribuenti.it. 



E, dopo il "caso" dell'immunità richiesta dal senatore Gallo per gli autisti delle auto blu (non introdotta nel nuovo Codice della Strada, ma trasformata in ordine del giorno), il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che sta passando al setaccio le auto blu ("Il censimento si concluderà a metà giugno", ha detto), ha annunciato che pensa "a forme di razionalizzazione come il car sharing o l’auto blu collettiva verificandone l’uso, i consumi di carburante, la manutenzione, l’impiego degli autisti, etc...". Così, secondo Brunetta, si potranno ottenere enormi risparmi: "Il 50% di quello che si spende attualmente". In pratica, se così fosse, allo Stato costerebbero "appena" 11 miliardi di euro l'anno.

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