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A prescindere dall'abuso di droghe o alcol, problema talmente diffuso da non fare più notizia, oggi si stanno facendo strada  numerose altre forme di dipendenza. Si pensi al cellulare, a  internet, al gioco d'azzardo, allo shopping compulsivo, al lavoro, al cibo; persino il calcio, i social network o le serate in discoteca con amici. Parliamo delle "new addictions", le droghe dei nostri tempi in cui non è implicato l'intervento di alcuna sostanza chimica ma che generano comportamenti e attività lecite o socialmente accettate. In genere vengono integrate armoniosamente nella vita di tutti i giorni e spesso possono essere stimolanti, utili, divertenti. Ma ci sono anche persone che perdono completamente il controllo sui loro comportamenti, dimenticando affetti, desideri e progetti futuri. Giocare fino a perdere la propria casa, lavorare tanto da non ricordarsi più che faccia abbia la propria moglie, chattare fino a notte fonda: ecco cosa accade con frequenza sempre maggiore. Insomma la nostra sarebbe diventata una "società drogata".
Ma perchè tutto questo?
Secondo i ricercatori di Riza, il fenomeno potrebbe essere ricondotto alla perdita collettiva della capacità di sognare ad occhi aperti, di fantasticare, di immaginare. Nell'epoca del pensiero, della razionalità e dell'analisi si crea una frattura tra l'Io che domina con la ragione, che vuole spiegare tutto e le immagini interne relegate sempre più sullo sfondo. Così ci si allontana dall'esprimere se stessi e non deve stupire, allora, che la ricerca di un senso sia rivolta sempre e soltanto all'esterno.
Per mettersi al riparo dalle dipendenze, allora, può essere utile recuperare un contatto diretto con le proprie emozioni ballando, cantando, raccontando fiabe. Tutte espressioni che consentono di calarsi in un mondo misterioso, dove nulla può essere dato per scontato, per ritrovare la naturale gioia di vivere.

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